Mi vincolo o mi svincolo?


Rimanere ancorati a qualcosa di sicuro è poi tanto sicuro?
Non rischio di annegare, di inaridirmi, di ripetermi?
La tradizione non diventa arido e freddo tradizionalismo?
Sicurezza vuol dire vita o morte, chiusura, egoismo e blocco?

Svincolarsi? E' proprio libertà, se non ho aggancio?
Che riferimento ho quando mi sono svincolato?
Sono libero da, ma per che cosa se non l'ho con me?
Svincolarmi è davvero avventura o avventatezza soltanto?

E' come il cane che si morde la coda, un circolo vizioso,
questo svincolarsi o vincolarsi, in entrambi i casi.
Come posso risolvere la scelta? E poi, c'è una soluzione?
Ora tratto qua, ora attratto là, sono come sull'onda del mare?

La stessa soluzione - ammesso che ci sia - sarà solubile.
Proprio perché soluzione, solvente, si scioglie, si liquida.
E questa "assoluzione" mi svela chi sono in verità e in realtà.
Sono uno che, in assoluzione, riceve compassione dalla vita.

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